Criminologia e Sociologia

14 maggio 2012
Quando a sporcarsi è la fedina penale "alberghiera"

Quando a sporcarsi è la fedina penale “alberghiera”

(“La Voce” di Rovigo 17.08.2011)

di Patrizia Trapella* e Luca Massaro**

L’estate è il tempo della villeggiatura e del relax; ma un nuovo tipo di criminale anima le ferie e gli alberghi.

In Gran Bretagna è chiamato il nightmare hotel guest ossia l’ospite d'albergo da incubo, non necessariamente estivo. E’ colui il quale, durante la permanenza in albergo, offende il personale, fuma all’interno di aree non riservate ai fumatori, urla nei corridoi e nelle stanze in pieno pomeriggio o nel cuore della notte mentre gli altri ospiti riposano, danneggia la stanza che lo ospita e, soprattutto, ruba gli oggetti che si trovano a portata di mano. Ed é proprio questo ultimo aspetto ossia il furto che ha attirato la nostra attenzione, per via dei numeri sbalorditivi riportati da una recente statistica inglese.

Negli ultimi cinque anni sono stati rubati accappatoi per un valore di cinque milioni di sterline nelle strutture alberghiere. Tra i souvenirs più graditi, dopo accappatoi e asciugamani, vi sono coperte e lenzuola, piatti, tazze, bicchieri, posate e persino lettori dvd, tv al plasma, assi da stiro ed asciugacapelli.

Gli albergatori inglesi (anche se l’idea sembra non sia proprio di uno di loro) ora si sono attrezzati. Da qualche mese è stato attivato un portale di prenotazioni on line che contiene una sezione non pubblica – essa è consultabile gratuitamente dagli iscritti al sito – in cui vi è una lista nera (black list). Essa include i nomi dei clienti che durante la loro permanenza in albergo hanno tenuto comportamenti per così dire censurabili. Ovviamente per essere annoverati tra i cosiddetti ospiti non graditi non é sufficiente mettersi in borsa flaconcini di bagnoschiuma o shampoo né tanto meno cuffie o ciabatte usa e getta.

L'identificazione di un ospite indesiderato rimane nella lista e nulla di più. Dopo un periodo che varia tra i due e i quattro anni – se ci si é comportati bene nel prosieguo di ulteriori soggiorni – essa decade. Il massimo che può accadere al nightmare guest é di sentirsi dire al momento della prenotazione: “Spiacenti, siamo al completo”.

Visti i numeri e anche se non sono disponibili numeri certi delle gesta italiane e ritenendo che la distanza antropologica tra noi e gli inglesi non sia siderale, viene da chiedersi: siamo o non siamo ladri? Lo siamo in certe occasioni? Vorremmo consolarci pensando che solo in alcuni momenti della nostra vita il super-io (sarebbe una sorta di giudice morale delle nostre azioni) si assenti. Ma non ne siamo completamente certi.

Noi siamo attori sociali che svolgono un preciso ruolo e osservano le regole (il binomio ruoli e regole rappresenta il cardine delle teorie criminologiche del conflitto).

Eppure quando non visti né ascoltati possiamo diventare criminali. Certo. Si parla di furti e non di omicidi. Ma è importante distinguere? Se ragioniamo così (teoria delle neutralizzazione) la direzione è quella di tendere a sminuire il reato e, forse, alla fine potremmo anche arrivare a giustificare reati gravi avanzando spiegazioni molto a-sociali. 

Allora che succede? Non riconosciamo la proprietà altrui o è l’occasione del famoso adagio (quella che fa l’uomo ladro)? Potrebbe essere una necessità episodica affettiva: procurarsi una tantum un souvenir che, magari per disposizione degli stessi albergatori, è già compreso nel prezzo della mezza pensione o della pensione intera; ma la psicologia comportamentale (criminogenesi in questo caso) impone una domanda: cosa fa una persona quando non è osservata? La risposta potrebbe essere preoccupante: è se stessa.

Una ditta americana non si è posta troppe domande e, pragmaticamente, è andata incontro alle esigenze inglesi. Ha inventato dispositivi antitaccheggio in miniatura con tecnologia a radio frequenza e lettore elettronico.

Dunque. Il furto è un reato; ma nel caso di furto in albergo esso resta di fatto impunito. Sembra che il cliente – seppur indesiderato – alla fine abbia sempre ragione. Ma un proverbio equivale alla tolleranza di un reato? 

 

* avvocato penalista - ** medico legale master in criminologia e psichiatria forense